Campionato di serie A – terza giornata d’andata (giocata sabato 26 ottobre 2013)


Libertas Sporting Udine (1-1) –  Sea Logistic Valmadrera (1-2)  59-29 (5-9; 21-19: 35-24)

“Se sei troppo impegnato ad imparare i trucchi del mestiere, potresti non imparare il mestiere.”
-John Wooden

OLTRE IL BASKET

Il basket deve essere qualcosa di più di questo.
Non vogliamo mancare di rispetto a chi sabato sera ha sudato sul parquet, a chi ci ha messo tutto quanto aveva, ma lo spettacolo offerto è stato poco coinvolgente.
Si sono viste individualità, ma non si è visto il bel gioco di squadra. Non si è visto quello che ci fa amare questo sport.
Giocare a basket può e deve essere qualcosa di più che raddoppiare la palla in modo sfrenato ed esagitato giocando sui limiti degli avversari. Di più che fare canestri solo quando l’avversario non difende. Di più che lasciarsi andare ad eccessi di esaltazione solo quando l’avversario è palesemente inferiore a te.
Di più che distruggere.
Deve essere un costruire. Deve essere la dimostrazione che i cinque che giocano riescono a realizzare qualcosa di unico, di raro.
Deve essere un vincere spontaneo, silenzioso.
Perché vincere senza stravincere è segno di maturità, oltre che di classe, eleganza, equilibrio e forza interiore.
Quello che forse non capiamo, quello che forse ci dimentichiamo è che quando alleniamo, abbiamo in mano i sogni e le aspirazioni di persone reali. Persone che ispireremo per tutta la vita. Che ci piaccia o no, che lo accettiamo o no, ciò che trasmettiamo allenando andrà a costruire il loro carattere.
Il basket è un gioco semplice se evitiamo di sporcarlo. Un gioco in cui tutto funziona quando noi allenatori rimaniamo ai margini ed evitiamo di rovinarne l’armonia e la grazia. E’ una danza spirituale che ci innalza là, dove la terra si unisce al cielo.
Ricordarcelo più spesso forse gioverebbe al gioco stesso.

LA PARTITA

PRIMO QUARTO

Udine schiera (finalmente) Da Pozzo (al posto della infortunata Reibane) in quintetto, insieme alle abbonate Vicenzotti, De Gianni, Pozzecco e Mancabelli (migliore in campo).
Le friulane non cominciano bene (o forse cominciano da dove avevano finito a Vicenza) con un air-ball di Pozzecco, 0/2 ai liberi di De Gianni, 0/3 dalle penetrazioni di Mancabelli.
Nessuno segna fino al 6:47 (pallacanestro).
Da Pozzo e Mancabelli ci mettono vivacità, agonismo e impegno (qualità di cui le compagne sembrano momentaneamente sprovviste) e, nonostante al 5:49 Udine sia sotto 0-5 – palesando evidenti limiti nell’attacco alla zona di Valmadrera – ciò fa bene sperare.
Tutto cambia con l’ingresso in campo di Cortolezzis. Il giovane play (unico vero play presente in campo) sa metter ordine in attacco e dettare i giusti ritmi.
Vicenzotti rinasce e finalmente fa “gol” al 4:52.
Da Pozzo e Cortolezzi si buttano su tutti i rimbalzi offensivi garantendo extra possessi a Udine.
Il primo quarto termina sul noioso punteggio di 5-9.


SECONDO QUARTO

Udine parte a zona e Valmadrea realizza una tripla al primo possesso. De Biase non ci sta e risponde dalla punta con la stessa moneta .
Valmadrera attacca la zona di Udine senza problemi, ma segna pochi canestri.
Udine finge di fare contropiede, ma ha il merito di non perdere il filo della gara.
Mancabelli con una tripla firma il sorpasso udinese: 13-12 al 7:47.
Per ovviare alle evidenti lacune difensive negli 1v1 (per mancanza di tecnica e di comprensione) Udine inizia a difendere alla Abignente: circonda la palla appena questa arriva in area e smanaccia tutto ciò che si muove finché non riconquista il possesso.
Pozzecco realizza un canestro con fallo, ma in difesa subisce una tripla l’azione successiva.
Nonostante soffra le difese alla Abignente, Valmadrera ricuce lo svantaggio fino all’ultimo possesso quando, sul 21-19, fallisce un facile contropiede che sarebbe valso il pareggio a 2” dalla fine.

TERZO QUARTO

Valmadrera prova a giocare di squadra per nascondere i limiti individuali, ma sembra uscire dagli spogliatoi stordita. Guadagna il pareggio con due tiri liberi, ma poi smette di costruire gioco e concede a De Gianni – che si vede cascare in mano 2 rimbalzi offensivi per mancanza di tagliafuori da parte delle avversarie –  4 punti consecutivi.
Di fatto la partita finisce qui.
Sul 25-21 per Udine, Valmadrera si disunisce e perde lucidità in attacco. La panchina stessa si spegne e non chiama time out per spezzare il ritmo di Udine.
Solo Molteni ci crede per i restanti 15 minuti ma è troppo poco per impensierire le friulane. Valmadrera non approfitta nemmeno del momento in cui Udine ha ben tre under 19 in campo contemporaneamente.
Purtroppo da metà terzo quarto non c’è molto da commentare perché la partita si trasforma in un 5v0.

QUARTO QUARTO

Udine forse non si rende conto che Valmadrera sta già pensando alla prossima gara e si lascia andare infierendo quando non è più necessario.

CHI HA FATTO LA DIFFERENZA

Mancabelli è la MVP silenziosa.
Da vera professionista, gioca con lo stesso atteggiamento combattivo per tutta la gara, anche quando non trova i canestri che merita e la sua squadra attacca male.
Gioca lottando e producendo pallacanestro dal primo all’ultimo possesso (a differenza di troppe compagne che iniziano a giocare solo nel terzo quarto quando il vantaggio è rassicurante).
E’ lei che, insieme a Da Pozzo (che dimostra sempre più impatto), Cortolezzis (insostituibile) e De Gianni (più per caso che per convinzione, ma ciò non toglie merito alla sua prova), riesce a costruire i break mentali che assicurano a Udine il controllo tattico della gara e, quindi, la vittoria.

COME UDINE HA VINTO

Grazie alle difese del mai scordato maestro Abignente.
Mandare la palla sul fondo, circondare la palla, smanacciare tutto quello che si muove (sapendo che gli arbitri non possono fischiare ogni contatto), rubare i palloni (12 in totale) e cercare transizioni veloci, erano i must di Abignente.
Complimenti a Udine, i cui pregi però finiscono dove iniziano i demeriti delle avversarie che al Carnera si sono presentate con la squadra “B”.
Un dato è però preoccupante: che una difesa di questo tipo sia così efficace a questi livelli.
Possibile che le squadre avversarie ancora non siano preparate ad attaccarla? Che non siano preparate a far girare la palla con maggiore attenzione e velocità? Possibile che non siano preparate sui fondamentali?

TEMPO DI FESTEGGIARE?

Che nessuno si offenda, ma auspichiamo che lo Sporting non si monti la testa per aver vinto contro una squadra che stasera in campo ha dimostrato notevoli manchevolezze tecniche e tattiche. Valmadrera ha giocato in modo efficiente, ma solo per 25 minuti ed in totale ha segnato appena 9 canestri in 40 minuti (una media di 2 a quarto).
Udine ha fatto meglio segnandone 21, con una media di 5 canestri realizzati a quarto. Cosa che secondo noi è comunque insufficiente.
Ci sembra di ricordare che questo sport si chiami pallacanestro e non difendicanestro. E stiamo parlando di squadre di serie A.
Giustificare questa scarsità di canestri segnati attribuendo meriti alle difese ci sembra dilettantistico e approssimativo.
Valmadrera ha tirato 51 volte, sbagliando 42 tiri. Udine ha tirato 53 volte, sbagliando 32 tiri. Riprendere ad insegnare a fare canestro potrebbe essere una buona idea per molte squadre.
Oltre a questi dati, Udine non riesce ancora ad esprimere un gioco di squadra interessante. I giochi sono per ora inefficaci e i canestri segnati arrivano principalmente dai recuperi difensivi o dalle iniziative individuali.

IL QUIINTETTO

VICENZOTTI: il capitano non gioca da capitano. Tecnicamente sarebbe efficace in post up, sulle penetrazioni dal lato debole e in campo aperto. Tutte occasioni che però non vengono create. Rimboccarsi le maniche e ripartire.

POZZECCO:  si dimostra una guardia con punti nelle mani, ma un play con una inadeguata capacità decisionale. Compie incursioni in area efficaci quando la difesa non difende. Rivedibili i fondamentali difensivi in 1v1.

DE GIANNI: commette presto il secondo fallo e va sotto negli 1v1 spalle a canestro. Ha il merito di farsi trovare pronta quando il caso e le distrazioni difensive avversarie le regalano i due rimbalzi del break decisivo. Le stoppate sono frutto delle scelte sbagliate di Valmadrera.

MANCABELLI: come già detto è la migliore in campo. L’unica che sa difendere gli 1v1 e che sa giocare da professionista con continuità.

DA POZZO: indispensabile. Tocca tutti i palloni anche se non sempre li fa suoi. Imprevedibile. Efficace.

LA PANCHINA

DE BIASE: da veterana fa il suo quando la partita ha preso la strada di Udine. Intelligentemente maschera le difficoltà negli 1v1 difensivi stoppando le avversarie quando battuta.

CORTOLEZZIS: gestisce la squadra con personalità. Gioca a testa alta, vede tutto e trasmette fiducia. Rallenta, accelera, sa quando spingere e quando far giocare. Va a rimbalzo e possiede ancora quella sana qualità che si chiama “rispetto”. Speriamo non cada vittima del virus che fa dimenticare i fondamentali difensivi.

MIO: si dà da fare ma riceve pochi palloni realmente giocabili. I giochi della squadra la costringono in un ruolo indefinito dove non ha soluzioni da poter sfruttare.

CLEMENTE: pochi minuti e pochi possessi per fare una valutazione. Restiamo dell’idea che la ragazza abbia a disposizione un bagaglio tecnico offensivo completo ancora inesplorato. Deve lavorare sugli 1v1 difensivi.

REBANE: Non entrata.


1 commento:

  1. Leggendo la tua cronaca si evince che la partita è stata una merda.
    Target raggiunto: la partita è stata una merda.
    Ma sinceramente non credo che ci siano tutte le dietrologie che tu illustri.
    Una partita giocata male, contro un avversario inestistente.
    Se Udine, emozionata e poco convinta, invece di fare 1 su 9 ai liberi e 2 su 153 dal campo nel primo quarto, avesse tirato con medie "normali", l'incontro sarrebbe stato più piacevole.
    Per parlare di Sporting in forma globale, senza lanciare bastonate inutili (infierire??), bisogna attendere un pò.
    La partita è stata una merda e le ragazze se ne sono rese conto.
    Ma tante volte prendere atto dei propri limiti aiuta a migliorare.
    Con sincerità e rispetto delle altrui opinioni.

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