Libertas Sporting Udine
(1-1) – Sea Logistic Valmadrera (1-2) 59-29 (5-9; 21-19: 35-24)
“Se sei troppo impegnato ad imparare
i trucchi del mestiere, potresti non imparare il mestiere.”
-John Wooden
OLTRE IL BASKET
Il basket deve essere qualcosa di
più di questo.
Non vogliamo mancare di rispetto
a chi sabato sera ha sudato sul parquet, a chi ci ha messo tutto quanto aveva,
ma lo spettacolo offerto è stato poco coinvolgente.
Si sono viste individualità, ma
non si è visto il bel gioco di squadra. Non si è visto quello che ci fa amare
questo sport.
Giocare a basket può e deve
essere qualcosa di più che raddoppiare la palla in modo sfrenato ed esagitato
giocando sui limiti degli avversari. Di più che fare canestri solo quando
l’avversario non difende. Di più che lasciarsi andare ad eccessi di esaltazione
solo quando l’avversario è palesemente inferiore a te.
Di più che distruggere.
Deve essere un costruire. Deve essere la dimostrazione che i cinque che giocano riescono a realizzare qualcosa di unico, di
raro.
Deve essere un vincere spontaneo, silenzioso.
Perché vincere senza stravincere
è segno di maturità, oltre che di classe, eleganza, equilibrio e forza
interiore.
Quello che forse non capiamo, quello che forse ci dimentichiamo è che quando alleniamo, abbiamo in mano i sogni e le aspirazioni di persone reali. Persone che ispireremo per tutta la vita. Che ci piaccia o no, che lo accettiamo o no, ciò che trasmettiamo allenando andrà a costruire il loro carattere.
Quello che forse non capiamo, quello che forse ci dimentichiamo è che quando alleniamo, abbiamo in mano i sogni e le aspirazioni di persone reali. Persone che ispireremo per tutta la vita. Che ci piaccia o no, che lo accettiamo o no, ciò che trasmettiamo allenando andrà a costruire il loro carattere.
Il basket è un gioco semplice se
evitiamo di sporcarlo. Un gioco in cui tutto funziona quando noi allenatori rimaniamo ai margini ed
evitiamo di rovinarne l’armonia e la grazia. E’ una danza spirituale che ci
innalza là, dove la terra si unisce al cielo.
Ricordarcelo più spesso forse
gioverebbe al gioco stesso.
PRIMO QUARTO
Udine schiera (finalmente) Da
Pozzo (al posto della infortunata Reibane) in quintetto, insieme alle abbonate
Vicenzotti, De Gianni, Pozzecco e Mancabelli (migliore in campo).
Le friulane non cominciano bene
(o forse cominciano da dove avevano finito a Vicenza) con un air-ball di
Pozzecco, 0/2 ai liberi di De Gianni, 0/3 dalle penetrazioni di Mancabelli.
Nessuno segna fino al 6:47
(pallacanestro).
Da Pozzo e Mancabelli ci mettono
vivacità, agonismo e impegno (qualità di cui le compagne sembrano
momentaneamente sprovviste) e, nonostante al 5:49 Udine sia sotto 0-5 –
palesando evidenti limiti nell’attacco alla zona di Valmadrera – ciò fa bene
sperare.
Tutto cambia con l’ingresso in
campo di Cortolezzis. Il giovane play (unico vero play presente in campo) sa
metter ordine in attacco e dettare i giusti ritmi.
Vicenzotti rinasce e finalmente
fa “gol” al 4:52.
Da Pozzo e Cortolezzi si buttano
su tutti i rimbalzi offensivi garantendo extra possessi a Udine.
Il primo quarto termina sul
noioso punteggio di 5-9.
SECONDO QUARTO
Udine parte a zona e Valmadrea
realizza una tripla al primo possesso. De Biase non ci sta e risponde
dalla punta con la stessa moneta .
Valmadrera attacca la zona di
Udine senza problemi, ma segna pochi canestri.
Udine finge di fare contropiede,
ma ha il merito di non perdere il filo della gara.
Mancabelli con una tripla firma
il sorpasso udinese: 13-12 al 7:47.
Per ovviare alle evidenti lacune
difensive negli 1v1 (per mancanza di tecnica e di comprensione) Udine inizia a
difendere alla Abignente: circonda la palla appena questa arriva in area e smanaccia
tutto ciò che si muove finché non riconquista il possesso.
Pozzecco realizza un canestro con
fallo, ma in difesa subisce una tripla l’azione successiva.
Nonostante soffra le
difese alla Abignente, Valmadrera ricuce lo svantaggio fino all’ultimo possesso quando, sul
21-19, fallisce un facile contropiede che sarebbe valso il pareggio a 2” dalla
fine.
TERZO QUARTO
Valmadrera prova a giocare di
squadra per nascondere i limiti individuali, ma sembra uscire dagli spogliatoi
stordita. Guadagna il pareggio con due tiri liberi, ma poi smette di costruire gioco e
concede a De Gianni – che si vede cascare in mano 2 rimbalzi offensivi per
mancanza di tagliafuori da parte delle avversarie – 4 punti consecutivi.
Di fatto la partita finisce qui.
Sul 25-21 per Udine, Valmadrera
si disunisce e perde lucidità in attacco. La panchina stessa si spegne e non chiama
time out per spezzare il ritmo di Udine.
Solo Molteni ci crede per i
restanti 15 minuti ma è troppo poco per impensierire le friulane. Valmadrera
non approfitta nemmeno del momento in cui Udine ha ben tre under 19 in campo
contemporaneamente.
Purtroppo da metà terzo quarto
non c’è molto da commentare perché la partita si trasforma in un 5v0.
QUARTO QUARTO
Udine forse non si rende conto
che Valmadrera sta già pensando alla prossima gara e si lascia andare infierendo quando non è
più necessario.
CHI HA FATTO LA DIFFERENZA
Mancabelli è la MVP silenziosa.
Da vera professionista, gioca con
lo stesso atteggiamento combattivo per tutta la gara, anche quando non trova i
canestri che merita e la sua squadra attacca male.
Gioca lottando e producendo
pallacanestro dal primo all’ultimo possesso (a differenza di troppe compagne
che iniziano a giocare solo nel terzo quarto quando il vantaggio è
rassicurante).
E’ lei che, insieme a Da Pozzo (che dimostra sempre più impatto), Cortolezzis (insostituibile) e De Gianni (più per caso che per convinzione, ma ciò non toglie merito alla sua prova), riesce a costruire i break mentali che assicurano a Udine il controllo tattico della gara e, quindi, la vittoria.
E’ lei che, insieme a Da Pozzo (che dimostra sempre più impatto), Cortolezzis (insostituibile) e De Gianni (più per caso che per convinzione, ma ciò non toglie merito alla sua prova), riesce a costruire i break mentali che assicurano a Udine il controllo tattico della gara e, quindi, la vittoria.
COME UDINE HA VINTO
Grazie alle difese del mai
scordato maestro Abignente.
Mandare la palla sul fondo,
circondare la palla, smanacciare tutto quello che si muove (sapendo che gli
arbitri non possono fischiare ogni contatto), rubare i palloni (12 in totale) e
cercare transizioni veloci, erano i must di Abignente.
Complimenti a Udine, i cui pregi
però finiscono dove iniziano i demeriti delle avversarie che al Carnera si sono
presentate con la squadra “B”.
Un dato è però preoccupante: che
una difesa di questo tipo sia così efficace a questi livelli.
Possibile che le squadre avversarie ancora non siano
preparate ad attaccarla? Che non siano preparate a far girare la palla con
maggiore attenzione e velocità? Possibile che non siano preparate sui
fondamentali?
TEMPO DI FESTEGGIARE?
Che nessuno si offenda, ma
auspichiamo che lo Sporting non si monti la testa per aver vinto
contro una squadra che stasera in campo ha dimostrato notevoli manchevolezze
tecniche e tattiche. Valmadrera ha giocato in modo efficiente, ma solo per 25
minuti ed in totale ha segnato appena 9 canestri in 40 minuti (una media di 2 a
quarto).
Udine ha fatto meglio segnandone
21, con una media di 5 canestri realizzati a quarto. Cosa che secondo noi è
comunque insufficiente.
Ci sembra di ricordare che questo
sport si chiami pallacanestro e non difendicanestro.
E stiamo parlando di squadre di serie A.
Giustificare questa scarsità di
canestri segnati attribuendo meriti alle difese ci sembra dilettantistico e
approssimativo.
Valmadrera ha tirato 51 volte,
sbagliando 42 tiri. Udine ha tirato 53 volte, sbagliando 32 tiri. Riprendere ad
insegnare a fare canestro potrebbe essere una buona idea per molte squadre.
Oltre a questi dati, Udine non
riesce ancora ad esprimere un gioco di squadra interessante. I giochi sono per
ora inefficaci e i canestri segnati arrivano principalmente dai recuperi
difensivi o dalle iniziative individuali.
IL QUIINTETTO
VICENZOTTI: il capitano non gioca
da capitano. Tecnicamente sarebbe efficace in post up, sulle penetrazioni dal
lato debole e in campo aperto. Tutte occasioni che però non vengono create.
Rimboccarsi le maniche e ripartire.
POZZECCO: si dimostra una guardia con punti nelle
mani, ma un play con una inadeguata capacità decisionale. Compie incursioni in
area efficaci quando la difesa non difende. Rivedibili i fondamentali difensivi
in 1v1.
DE GIANNI: commette presto il
secondo fallo e va sotto negli 1v1 spalle a canestro. Ha il merito di farsi
trovare pronta quando il caso e le distrazioni difensive avversarie le regalano
i due rimbalzi del break decisivo. Le stoppate sono frutto delle scelte
sbagliate di Valmadrera.
MANCABELLI: come già detto è la
migliore in campo. L’unica che sa difendere gli 1v1 e che sa giocare da
professionista con continuità.
DA POZZO: indispensabile. Tocca tutti
i palloni anche se non sempre li fa suoi. Imprevedibile. Efficace.
LA PANCHINA
DE BIASE: da veterana fa il suo quando la partita ha preso la strada di Udine. Intelligentemente maschera le difficoltà negli 1v1 difensivi stoppando le avversarie quando battuta.
CORTOLEZZIS: gestisce la squadra
con personalità. Gioca a testa alta, vede tutto e trasmette fiducia. Rallenta,
accelera, sa quando spingere e quando far giocare. Va a rimbalzo e possiede
ancora quella sana qualità che si chiama “rispetto”. Speriamo non cada vittima
del virus che fa dimenticare i fondamentali difensivi.
MIO: si dà da fare ma riceve
pochi palloni realmente giocabili. I giochi della squadra la costringono in un
ruolo indefinito dove non ha soluzioni da poter sfruttare.
CLEMENTE: pochi minuti e pochi
possessi per fare una valutazione. Restiamo dell’idea che la ragazza abbia a
disposizione un bagaglio tecnico offensivo completo ancora inesplorato. Deve
lavorare sugli 1v1 difensivi.
REBANE: Non entrata.
Leggendo la tua cronaca si evince che la partita è stata una merda.
RispondiEliminaTarget raggiunto: la partita è stata una merda.
Ma sinceramente non credo che ci siano tutte le dietrologie che tu illustri.
Una partita giocata male, contro un avversario inestistente.
Se Udine, emozionata e poco convinta, invece di fare 1 su 9 ai liberi e 2 su 153 dal campo nel primo quarto, avesse tirato con medie "normali", l'incontro sarrebbe stato più piacevole.
Per parlare di Sporting in forma globale, senza lanciare bastonate inutili (infierire??), bisogna attendere un pò.
La partita è stata una merda e le ragazze se ne sono rese conto.
Ma tante volte prendere atto dei propri limiti aiuta a migliorare.
Con sincerità e rispetto delle altrui opinioni.