Esordio squadre Under 19 dello Sporting Club

Libertas Sporting Club Ud “A” – Libertas Sporting Club Ud  “B”  (giocata lunedì14 ottobre 2013)
 
"Giocare a fare gli dei"
Innanzi tutto specifichiamo che si tratta di un derby tra le due squadre under 19 della stessa società. 
Ragazze che si sono allenate e hanno giocato insieme; che hanno sofferto, sudato e gioito insieme.
Ragazze che si conoscono e che vivono la situazione derby in modo completamento diverso da come la viviamo noi adulti, noi adulti dall’esterno. Possiamo provarci, immedesimarci, ricordare quando in campo c’eravamo noi (chi ci è stato), ma la verità è che non potremo mai capire cosa provano loro.
Quelle emozioni appartengono a loro e noi possiamo solo tentare di tradurle in concetti a noi più comprensibili.  
Per loro è qualcosa di odiato e amato allo stesso tempo: un piatto che non si vuole mangiare ma che i grandi ti costringono a mandare giù. Bocconi amari per entrambe le squadre. Per tutte le ragazze, perché, diciamocela tutta, battere un’amica davanti a degli estranei (e tutti noi lo siamo) non è mai bello.
Sarebbe accettabile solo se accadesse a porte chiuse. Nel tempio di un campetto di strada, dove nessuno di esterno – che non può capire la sacralità di quella sfida – può vedere.
Perché qui parliamo di qualcosa che suona come “orgoglio”, “dignità”, “coraggio”. Che suona come “rispetto”.
Perché chi si sente più forte impone il rispetto e chi è ancora timoroso insegue il rispetto.
Quindi è in religioso silenzio che dovremmo contemplare queste giovani donne darsi battaglia. Combattere per soddisfare le richieste di un campionato che si sta troppo discostando dalla loro realtà.

Non ci interessa chi ha vinto la partita.
Una squadra è composta da ragazze più grandi, che si allenano e che dovrebbero (sperando sia l’anno buono) giocare in serie A2 e in B.
L’altra è composta da ragazze più giovani, reduci da una stagione in serie C. 
Tutte ragazze del settore giovanile, dove si costruiscono giocatrici prima e risultati come conseguenza.
Giudice il campo, il gioco stesso. 
Perché solo chi possiede il gioco dentro di se porta a casa una lezione per la partita seguente – e per la propria vita. 
E chi si limita al punteggio, allo scarto tra le due squadre –  non si offenda – ma ha ancora tanto da imparare.

Lo Sporting A gioca una buona gara, senza strafare, ma con dei pericolosi cali di concentrazione. E’ vero che ci sono stati dei quintetti sperimentali, ma è anche vero che, da chi si allena in A, ci si dovrebbe aspettare sempre la quasi perfezione. Una perfezione mentale, sia chiaro, che si manifesta nella cura dei dettagli e delle piccole cose. Da non confondersi con un autocelebrativo sfoggio della propria superiorità, che porterebbe solo ad una umiliazione dell’avversario. Ma queste sono squadre Under 19, e speriamo che sia lontano il giorno in cui, a quest’età, avranno la capacità mentale di professioniste di 30 anni.

Lo Sporting B innonda la gara di passione, grinta e foga. Buona l’applicazione difensiva di squadra con rotazioni e raddoppi che cominciano a funzionare con continuità. L’attacco produce gioco quando rispetta spaziature e passaggi forti e inaspettati. Da credere un po’ di più in se stesse durante la transizione difensiva e il rimbalzo di squadra. La mano di chi le ha allenate per due anni e la mano dei nuovi coach si vede. La strada imboccata è quella giusta. Ci vorranno tanto sacrificio e tanti propositi, ma sarebbe un peccato mollare mentalmente ora che si vedono tante piccole buone cose.

IL QUINTETTO – SPORTING A

CLEMENTE: se tiene sotto controllo la sua emotività può fare davvero bene.
MIO: dominante, ma è anche vero che fisicamente non ha rivali nell’altra squadra. Sembra divertirsi poco e questo è un peccato.
RAINIS: deve migliorare l’uso della mano sinistra e decidere più velocemente di quanto gioca.
DA POZZO: la solita Eva, la solita scommessa vinta.
CORTOLEZZIS: intensa e tenace. Corre e fa correre. Difende e gioca. Deve imparare a leggere meglio le situazioni in contropiede. Il palleggio, arresto e tiro sarebbe consigliato!

LA PANCHINA – SPORTING A

BLASONE VALENTINA: la fase di involuzione che precede sempre quella di evoluzione. Nel giro di qualche mese Vale esploderà.
TOTIS: a volte sembra soffrire se stessa. A volte sembra inarrestabile. Indubbiamente ha bisogno di un ambiente sereno dove poter lavorare e crescere.
BADOLATO: lampi di vita e di determinazione. Sta crescendo e sentire più fiducia non guasterebbe.
STURMA: un po’ estranea al gioco ma è giovane e si farà. La materia c’è e lei ha voglia, tempo e umiltà per migliorare.
CIOTOLA: cerca sempre l’assist ed è un dono importante. Sa come muoversi per il campo con e senza palla. Sa come far girare la palla. Ha davanti un gran futuro.


IL QUINTETTO – SPORTING B

TURCO: quando gioca senza coscienza e si lascia andare diventa utile e positiva per la squadra.
BOGOJEVIC: quando aumenterà la presenza a rimbalzo diventerà più sicura di se.
VIDONI: fa piccoli passi in avanti, ma li fa e si vede. Dovrà aumentare l’energia mentale.
HONSELL: tante piccole grandi cose. Ci mette impegno ed energia. Molto positiva sempre.
POMELLA: una lottatrice. Grinta e cuore.

LA PANCHINA – SPORTING B

CAVEDON: quando gioca senza preoccuparsi di ciò che potrebbe o non potrebbe accadere è una gioia per gli occhi.
CARBONE: ci mette tanto cuore ma dimentica di respirare ed, in debito di ossigeno, l’ansia prende il sopravvento. Ha talento e col tempo verrà fuori.
GIUSTI: migliorata nel palleggio arresto e tiro e nella lettura delle situazioni. Vive di lampi di bravura. Troverà costanza.
DE CANDIA: elegante, essenziale e determinata. Splendido 1v1 su Mio, crossover con entrata raffinata a sinistra. Splendido intercetto da NFL a metà campo. Imparerà a gestire meglio le energie mentali.
PICCIN: si sbuccia le ginocchia e si dà sempre da fare.
CANTONI: un lieto ritorno e speriamo che le cose vadano sempre meglio per lei. Deve aver pazienza.

LE GIOCATRICI IN TRIBUNA

Tante le giocatrici e – purtroppo – ex giocatrici presenti in tribuna.
Un pensiero va a quelle che per vari motivi hanno mollato il basket in un’età ancora troppo giovane.
Siamo solo adulti che giocano a fare gli dei: portate pazienza ragazze.


1 commento:

  1. Il commento è proprio di chi ha speso un sacco di energie in queste squadre, che crede ancora nello sport, che conosce le ragazze e sa perfettamente cosa possono e non possono fare.
    Un amante della pallacanestro.
    Bello leggere ciò che scrive.
    Per l'autore, serie A, derby under 19 femminile, nba o campetto è sempre uguale: professionista dentro si nasce.

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