(Molto) Prima di giocare

BIVI

La vita è piena di momenti come questo. Momenti in cui sei ad un bivio.
A volte non sai nemmeno come ci sei arrivato, ma sei lì e una scelta la devi fare.
Perché anche scegliere di non scegliere, lasciando accadere gli eventi, è una scelta.
Il bivio è insidioso. Spesso non lo si vede nemmeno o non lo si percepisce come tale e si va avanti ciechi alle alternative.
Ma le alternative ci sono sempre. Ad ogni scelta della vita, importante o meno, le alternative sono li. Ed infatti il bivio è sempre utile perché, alla fine, dopo averlo superato, qualcosa ti lascia dentro.

DUE POSIZIONI

Un bivio. Due posizioni.
Pensieri di serie A colti qua e là.
Ma sì, poverine sono già state brave fino a gennaio. Più di così cosa vuoi che diano, con tutti i problemi che ci sono in società.
Sono sicuro che Marvin Boggs avrebbe una sola secca riposta a questi pensieri.
Perché quando si tratta di sport e di scelte, non ricordo nessuno che sia arrivato in alto grazie all'accondiscendenza o piangendosi addosso.
Non ricordo di grandi conquiste - quelle che ti cambiano la vita perché dopo averle fatte sei una persona diversa - arrivate con questo tipo di mindset. Ma potrei sbagliarmi.
Due posizioni. Due percorsi. Due modi di vivere.
Entrambi validi, sia chiaro.

LA STRISCIA DI SCONFITTE

Sette sconfitte consecutive sono molte. Sono pesanti. Piegano anche l'animo più resiliente. Le motivazioni vengono a mancare.
Sette sconfitte consecutive sono molte. Sono pesanti. Piegano anche l'animo più resiliente? Il mio animo quanto è resiliente? Le motivazioni vengono a mancare? Le mie motivazioni di che tipo sono? Mi sosteranno?
Che persona sono io davanti a queste sconfitte?
Posso accettarle e stabilire inconsciamente che ciò che le ha determinate non dipenda da me che gioco. Fine.
Oppure posso accettarle ma decidere di stabilire che ciò che le ha determinate dipenda in buona parte da me che gioco. Posso cambiare le cose. Posso prendere queste benedette sconfitte ed usarle per essere diverso la partita successiva.
Posso comprendere dove io debba lavorare duramente (ma molto più duramente di quanto mai fatto prima!) per migliorare.
Come? Ristrutturando le motivazioni affinché mi spingano ad andare oltre quelle sconfitte.

IL MOMENTO

Se c'è un momento in cui dover essere migliori è sempre, ma soprattutto quando l'alternativa è la rassegnazione.
Perché il rischio è che il limite che questa acquiescenza genera, venga spostato non in avanti come ogni sfida ci spingerebbe a fare, ma indietro. Il rischio è di iniziare una lenta ritirata verso la persona che non vorremmo mai diventare.
Questo accade quando si rinuncia a migliorare. Questo accade quando, ebbri di facili vittorie o logori da troppi insuccessi, perdiamo di vista un obiettivo fondamentale: per cosa giochiamo?

GIOCARE E POI?

Chiediamocelo e siamo sinceri con noi stessi: per cosa giochiamo a basket?
Per la vittoria? Per la gloria? Per sentirci dire “bravi”?
Alla fine di una stagione sportiva quante squadre vincono il campionato? Una.
E le altre squadre? Le altre squadre vengono semplicemente dimenticate.
Ci sono squadre che perdono sempre. Ragazze che non provano mai la gioia di uscire dal campo vincenti. Ci sono squadre che vincono a volte e perdono quando non vorrebbero. Cosa resta a queste ragazze se l'unica motivazione che le spinge a giocare è la vittoria di una gara o di un campionato?
Restano amarezza, tristezza, sofferenza, malumore, rincrescimento.
Restano quelle sette sconfitte e il modo in cui si è deciso di affrontarle.

COSA FARE?

Sette sconfitte sono molte.
E possono incidere negativamente sulle persone che le subiscono.
Quando si pensa solo alla sconfitta, quando si pensa a ciò che c'è fuori dal campo e a tutti i problemi, trovare la giusta attivazione per giocare diventa complicato.
Ma se si vuole fare questo, se davvero si vuole lasciare entrare in campo il mondo che c'è fuori, allora almeno facciamolo “bene”.
Andiamo oltre il fazzoletto di terra chiamato Sporting e Udine. Pensiamo in “grande”. Se vogliamo degli alibi per non giocare, pensiamo a tutte le ingiustizie, i soprusi, le sofferenze che permeano la nostra società. Pensiamo agli innocenti che muoiono proprio in questo istante.
E smettiamo di giocare.
Smettiamo anche di vivere.
Smettiamo anche di lottare per coloro che non hanno le nostre fortune ed i nostri privilegi. Smettiamo di lottare per cambiare ciò che non va.

OPPURE 

Oppure ricordiamoci un motivo, un solo motivo per giocare.
Perché o si gioca o non si gioca (come sottolineato da una delle giocatrici in una bella intervista).
Non c'è una via di mezzo.
Vuoi un motivo per giocare?
Gioca per chi non potrà mai farlo.

Buona partita a tutte voi ragazze che avete l'opportunità di giocare!

SERIE A SPORTING
Sta a voi cambiare le cose. A voi soltanto perché in campo ci andate voi!

SERIE B SPORTING
Facili o difficili le vittorie passano. Le persone vere potrebbero restare.

SERIE C CUSSIGNACCO
Vincere una gara difficile e poi perderne una chiave vi allontana non da un posto in classifica, ma dal motivo che vi ha spinto a continuare a giocare.

SERIE C “A” SPORTING
Pensare che vinca solo chi vince non spiega a fondo la complessità di una stagione. Giocare solo per vincere sminuisce l'impegno che serve per accettare le sconfitte.



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